Immagine di testa

Il nostro Metodo

L'educazione teatrale che viene proposta a tutte le classi prevede un primo approccio basato sull'espressione corporea e sul gioco del teatro.

Il modo di impostare l'intera proposta didattica tende costantemente alla ricerca di un Teatro della Comunicazione, nel modo più ampio possibile, il fine non è il Teatro-spettacolo (!), ma l'intero percorso affrontato insieme. Il linguaggio teatrale viene usato per comunicare e per essere manipolato creativamente dai bambini stessi, che smontano e ricompongono costantemente la comunicazione, giocando con tutti i meccanismi possibili.

In ogni incontro si lavora sempre su tre piani differenti, su cui si interviene contemporaneamente: CORPO, SPAZIO, MODALITA' DELL'ESPRESSIONE.

IL CORPO Conoscere il proprio corpo, ascoltare le sensazioni corporee, comunicare attraverso il corpo, il gesto, il movimento
LO SPAZIO Essere in grado di gestire il proprio spazio , lo spazio circostante come luogo di azione, lo spazio allargato, di spostarsi nello spazio, di occupare lo spazio con il movimento e con gli oggetti, eccetera
L'ESPRESSIONE Essere consapevoli di poter esprimersi attraverso la gestualità, la parola, l'icona, il canto e la musica, passando dalla spontaneità alla rielaborazione guidata, all'azione creatrice, all'improvvisazione

Approccio I ciclo (classi prime e seconde)

Ci si sofferma principalmente sull'educazione emotiva e affettivo–relazionale, dando ampio spazio alla corporeità e alla drammatizzazione, intesa come gioco della finzione, all'espressione creativa e guidata che favorisca la libera verbalizzazione ed espressione cosciente dell'esperito. Si affronta comunque la costruzione di testi e di piccole rappresentazioni teatrali, con i piccoli attori.

Approccio II ciclo (classi terze, quarte, quinte e scuola media)

Partendo sempre dall'espressione corporea e dall'educazione gestuale, si dà sempre più spazio alla grammatica teatrale vera e propria, secondo il principio fondamentale che la tecnica sia essere al servizio dell'invenzione. Non si vuole “strumentalizzare” l'arte teatrale a meri scopi didattici e curricolari. Gli obiettivi e i mezzi forniti sono TRASVERSALI a tutti gli ambiti e discipline in forza della multidimensionalità delle discipline.

Come nascono i nostri spettacoli?

…nascono sempre dai bambini, che sono i veri registi e protagonisti!

E' difficile categorizzare la nascita dell'evento finale (e così deve rimanere…non è che solo un mezzo del nostro percorso educativo) che conferma e dà voce al percorso costruito insieme ai bambini durante l'anno. Proveremo a sintetizzare però le tappe fondamentali su cui si è lavorato in questi anni.

Il punto di partenza è sempre il gruppo che si ha di fronte e le varie dinamiche, per poter ipotizzare il tipo di lavoro adatto.
Parallelamente al lavoro continuo sulla corporeità si "lancia" l'idea di poter diventare attori per raccontare agli altri, in tutti i modi possibili, ciò che ci sta a cuore.

1) Si discute collettivamente il soggetto su cui lavorare: dalla classica "tempesta di idee", che possono venire fuori in vari modi e raccolte in cartelloni, rielaborate, risistemate, selezionate, con tecniche di animazione diverse, si arriva ad un'idea chiave, sulla quale gli insegnanti elaborano le varie attività per renderla più fruibile.
Solitamente questa fase si protrae per almeno 2/3 settimane.
In questo periodo si propongono racconti fantastici, emozioni vissute, poesie da inventare… tutto può diventare copione!
Succede spesso che i bambini propongano di mettere in scena qualche attività rimasta a loro più impressa di altre. L'idea chiave sarà quindi qualche argomento affrontato insieme.

2) Si definiscono i personaggi e le loro caratteristiche. Si cerca in tutti i modi possibili di “costruire” personaggi in cui ciascuno si senta nel proprio ruolo, si discutono insieme i ruoli necessari e chi li deve impersonificare (stando ben attenti che ciascuno reciti comunque se stesso!).

3) Si imposta un canovaccio di massima, trascrivendo esattamente tutto ciò che gli alunni propongono come “copione”. In questa prima bozza ci si soffermerà a lungo e sarà rielaborata più volte prima che diventi effettiva. Solitamente viene sempre aggiunto qualcosa, sino all'ultimo momento: il prodotto iniziale viene sempre stravolto rispetto al prodotto finale!

4) Si lavora sull'improvvisazione delle singole scene del canovaccio, costantemente risistemate e definite. Stabilito il tema cominciano gli esercizi teatrali sul copioni: dando alcune regole (per es. drammatizzare tutto solo con il mimo, oppure solo con la danza, a piccoli gruppi, a canone,…), si annoterà tutto ciò che si vede di significativo e interessante per la rappresentazione finale, si può in alcuni casi anche registrare con videocamera o con audiocassetta, procedendo alla revisione successiva; è utile e…molto divertente mostrare le improvvisazioni ai bambini (anche alla rallentatore!).

5) Parallelamente alla tappa (4) si costruiscono le danze che possono esprimere più efficacemente alcune situazioni e che servono ad ambientare le scene, tenendo conto anche dei momenti più significativi del lavoro precedente di espressione corporea (magari registrato!).

6) Sempre parallelamente alla (4) e (5) si lavora sui canti, inventati o no, di alcune scene. Per una classe quinta, nella rappresentazione finale, sono stati costruiti i canti dalle poesie inventate e dai ricordi scritti dagli alunni: il risultato è stato splendido!

7) Si fa una prima stesura del copione, autentico perché scritto e rielaborato dai bambini stessi, successivamente poi scritto nel laboratorio di informatica. Si procede costantemente alla revisione del copione che sarà definitivo solo il giorno stesso dello spettacolo (c'è sempre tempo per cambiare o aggiungere!!!).

8) Si preparano le scenografie e i costumi necessari (questo fase caratterizzerà tutto il lavoro di educazione all'immagine). Il gruppo dei genitori in questa fase è molto coinvolto per dare una mano (si costituiscono così gruppi misti di alunni-genitori-insegnanti che lavorano sinergicamente!).

9) Spettacolo finale! Non si vuole ideare un prodotto esteticamente perfetto: il benessere del bambino viene prima della gratificazione dell'adulto: quindi…EVVIVA LO SPETTACOLO IMPERFETTO!… EVVIVA LO SPETTACOLO VIVO!!

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