La Baba Jaga

scritto e diretto da Fiorella Colombo

Spettacolo interattivo con musiche e canti originali dal vivo

con Fiorella Colombo, Alice Pellegrini,  Giuseppe Pellegrini,  voci di Claudia Araimo, Fabio Fiori, Alessandro Gajetta, Lula Gajetta

Musiche da Quadri di un’esposizione di Modest Mussorgsky

Versione 1: (dai 3 anni) durata 60 min

Versione per tutti (adulti: e bambini): durata 75 min  (45′ di spettacolo+ 30′ TAVOLA ROTONDA sull’aspetto simbolico della fiaba per gli adulti e LABORATORIO TEATRALE sulla costruzione del finale della fiaba per i bambini)

La Baba Jaga è uno spettacolo ispirato alla fiaba russa Vassilissa la bella. Narra le vicende della giovane Vassilissa con la terribile strega Baba Jaga gamba d’osso, che vive in una capanna a forma di orologio a pendolo, costruita su zampe di gallina. E’ una storia di iniziazione e di passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Una piccola bambolina aiuterà Vassilissa ad ascoltarsi, a guardarsi dentro e a crescere.

Alice Pellegrini è Vassilissa la bella

Lo spettacolo non solo è rivolto ai bambini, chiamati sulla scena più volte per costruire la storia insieme agli attori, ma anche agli adulti e in particolar modo alle persone che si trovano ad affrontare i grandi passaggi della vita. Esso valorizza tutte le qualità archetipiche del femminile e le tre figure materne: la madre buona, la matrigna e la strega, inscindibili tra loro. Uno spettacolo che diverte i bambini e fa riflettere gli adulti, un risveglio a una nuova vita, fatta di nuova consapevolezza, di mutamenti profondi, di abbandono delle vecchie convinzioni: continuare a sopravvivere o decidersi di affrontare l’ignoto e l’ombra dentro di noi? Se proveremo ad entrare dentro la capanna della Baba Jaga lo scopriremo.

Fiorella Colombo è la Baba Jaga
Giuseppe Pellegrini è il viandante

TEMATICHE AFFRONTATE:

  • Il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza.
  • Le tre figure materne: la madre buona, la matrigna, la strega.
  • Il distacco dai valori della famiglia e la costruzione dei propri valori.
  • Riconoscere e affrontare le proprie paure: andare nel bosco della Baba Jaga.
  • Saper discernere il bene dal male, il vero dal falso, il grano buono da quello cattivo.
  • Andare oltre il senso della vista e vedere con l’occhio dell’istinto.
  • Fare pulizia dentro di sé, spazzare e riordinare al servizio del proprio lato selvaggio.
  • Spazzar via i falsi miti della troppa amabilità e accondiscendenza per essere accettati.
  • Essere consapevoli del proprio potere personale: il teschio di luce.
  • Fare ritorno a casa, il ritorno a sé stessi.
  • Dar voce al proprio bambino interiore: la bambolina è l’oggetto transizionale, che rappresenta l’intuito, la saggezza trasmessa di generazione in generazione di madre in figlia.

Perchè lo consigliamo:

perché è la storia del passaggio di madre in figlia del potere femminile dell’intuito, perché è un percorso di iniziazione non solo femminile, che delinea il temuto passaggio dall’età infantile all’età adulta, perché incoraggia al distacco dall’archetipo della madre buona e dai valori della famiglia e la costruzione dei propri, perché svela che ciò ha un alto prezzo, pagato in nome della propria libertà e presa di coscienza, perché invita a guardarsi dentro. E soprattutto perché dietro questa malvagia strega c`è la Madre selvaggia che ci aspetta per spazzar via i falsi miti della troppa amabilità e accondiscendenza per essere accettati e che ci insegna che le cose non sono mai come appaiono.

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LA RECENSIONE della giornalista Giulia Cassini (Il Secolo XIX):

Donne e accettazione di sé (

Genova – Sono tanti i modi in cui si può festeggiare la giornata delle donne, tra le proposte diversificate della sera a Genova c’è anche quella di una fiaba che non ha a soggetto la “solita” principessa, ma una strega, “Baba Jaga”, “gamba d’osso”, che vive in una capanna a forma di orologio a pendolo con “occhi di fuoco”. Lo spettacolo teatrale di Fiorella Colombo (attrice, drammaturga e counselor) si propone di unire sia il pubblico giovane sia adulto nell’evento di venerdì 8 marzo alle 21 presso la sala Diana del Teatro Garage con la stessa Colombo, Hilary Nuvoli e Giuseppe Pellegrini (informazioni al numero 010511447).

La rappresentazione è ispirata alla fiaba russa “Vassilissa la bella”, una magica iniziazione che riporta quella delicata fase tra infanzia e adolescenza. Vassilissa è una bambina abituata a dire di sì a tutti per il profondo desiderio di essere amata, è la figlia perfetta, sempre ubbidiente. Poco prima di morire la madre le lascia una bambolina alla quale chiedere aiuto in caso di difficoltà, che non tardano ad arrivare. La matrigna la costringe poi ai lavori più umili, in un crescendo che la porta fin dalla strega. Eppure sarà proprio la bambola e la stramba vecchietta del bosco che la aiuteranno ad ascoltarsi dentro e a trasformarsi. A partire dal saper dire di no. Capire che si può essere amati e accettati anche senza essere d’accordo è fondamentale.

“La Baba Jaga” è anche un’analisi delle figure femminili: la figlia, la mamma, la matrigna. Ecco perché la scelta di rappresentarlo nella giornata delle donne, che si appaia al significato di spazzar via i falsi miti e di affrontare la vita sapendo discernere quello che vale la pena seguire e quando, al contrario, si deve accantonare qualcuno o qualcosa. Come si evince dalla rappresentazione, tutte le prove che Baba Jaga propone sono al di là delle possibilità umane.

«Ma se si va oltre il livello terreno, se si va al di là della dimensione prettamente fisica dell’esistenza, la quintessenza, si può affrontare tali prove e attraversarle indenni, anzi, rafforzati! – ribadisce Fiorella Colombo – È inutile: il proprio sviluppo personale ha un alto prezzo e richiede grande coraggio e determinazione nell’intento. La Baba Jaga ricompenserà a grandi mani chi non si perderà d’animo, chi terrà il punto fisso, chi sarà in grado di affrontare il problema con autenticità e creatività». Se questo è il principale significato sotteso, le altre sfaccettature verranno esaminate nella tavola rotonda al termine dello spettacolo a cura di Ivano Baldassarre e Fiorella Colombo, qui in veste di “scopritori di fiabe”.

 

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* Le foto di questa pagina sono di Monica Ghirlanda