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Teatro Danza

Perché proponiamo il teatro e la danza nella scuola? Perché il teatro e la danza, come ogni forma d’arte, innescano nel bambino reazioni sensoriali-percettive, corporee e mentali che si riflettono positivamente nel contesto, nell’ambiente, rendendo possibile la comunicazione anche in presenza di difficoltà, disadattamento o handicap. Inoltre, stimolano e sviluppano l’operosità, la manualità, la vocalità, la corporeità e il movimento, rendendo elastica la mente e consentendo una sorta di comunicazione facilitata tra i membri del gruppo, oltre che favorire l’apprendimento in generale.

L’attività teatro/danza può prevenire le difficoltà scolastiche e sociali in generale, fondamentale all’interno del processo educativo-rieducativo, permettendo il superamento dell’ansia, generata da possibili ostacoli materiali o non, e promuovendo rapporti significativi tra i partecipanti.

Danzare, giocare, cantare, improvvisare, osservarsi, cooperare per costruire qualcosa insieme, promuove una crescita psicologica ed emotiva, canalizza l’aggressività manifesta e migliora la coesione dei membri del gruppo, permette di far condividere un’esperienza che rende ciascuno indispensabile per il "prodotto finale".

…per motivare ad apprendere

Se il compito della scuola non si esaurisce nello sviluppo delle cosiddette tre "C" (competenze, conoscenze, capacità), l’attività di tetro/danza può offrire ottime opportunità nel creare quelle situazioni che rendono fertile il processo di apprendimento, senza che le conoscenze diventino motivo di disimpegno o disinteresse.

La scuola primaria rappresenta il campo di azione dove si manifestano, spesso per la prima volta, esperienze infantili non del tutto completate, dove si riversano casi particolari di difficoltà di apprendimento. Il lavoro creativo, la possibilità di canalizzare l’esperienza con il gioco, dà modo di costruire un ponte tra interno ed esterno, tra consapevole e inconsapevole, laddove educare sta per “educere”, ovvero portar fuori, far emergere una consapevolezza e una maggior conoscenza e accettazione di sé mediante la pratica espressiva e motoria, l’osservazione, il confronto e il rispecchiamento nell'altro.

Educazione motoria o educazione musicale?

Sviluppo delle coordinazioni senso-motorie o sviluppo della percezione ritmico-sonoro-musicale e della sua funzione consapevole?
Le une e le altre, integrate e in continuità, sono in grado di far prendere coscienza al bambino delle possibilità e delle resistenze del corpo, di migliorarne l’espressività, il coordinamento dei movimenti, l’armonizzazione dei gesti, le possibilità di comunicare in tutti i diversi modi possibili. La danza espressiva in particolare, come manifestazione totale, come possibilità creativa, costituisce una parte fondamentale di questo lavoro, in cui il corpo è il personaggio principale.

Ovviamente il teatro/danza non si sostituisce alle attività di educazione motoria ed educazione musicale, ma si pone in arricchimento ed ampliamento dell’offerta formativa. E’ emersa infatti, la necessità di ampliare gli orizzonti didattici, anche in maniera più incisiva, cioè dando loro la forza di un progetto programmato per il laboratorio teatrale, verso l’area della prevenzione di tutte quelle situazioni di disagio scolastico che si trovano nelle classe e verso le diverse modalità per recuperare e soprattutto sviluppare le potenzialità espressive di ciascun individuo, al fine di ottimizzare la relazione con l’altro.

Ci proponiamo quindi l’obiettivo principale di lavorare a fondo nelle possibilità reali di ciascun bambino, partendo dai dati concreti che ognuno si porta con sé, dalla propria cultura alle proprie esperienze familiari, dalle proprie capacità effettive alle proprie incapacità, dalla propria vita affettiva-emotiva alle diverse modalità di accesso alla conoscenza.

Per dirla con Gardner, si cerca di dare la possibilità ai bambini di poter scegliere tra le varie modalità di approccio alla conoscenza, sottolineando con forza:

  • l'intelligenza musicale
  • l'intelligenza spaziale, corporeo-cinestetica
  • l'intelligenza intrapersonale e interpersonale

Partendo da questi presupposti si attua un lavoro integrato attraverso sperimentazioni, confronti, adattamenti, ristrutturazioni delle programmazioni, che a noi piace chiamare “programmazioni a posteriori” per la loro caratteristica di essere costantemente variate in corso d'opera.

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